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DISTURBI PSICOMOTORI FUNZIONALI E MODALITÀ DI ATTACCAMENTO INFANTILE

Pubblicato da admin su Dicembre 8, 2020
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Articolo scritto dalla Dott.ssa Francesca Tabellione

 

La teoria dell’attaccamento venne ideata da John Bowlby negli anni ’50 e metteva in risalto l’importanza delle RELAZIONI nello sviluppo dell’essere umano e della sicurezza fisica e psichica per costruire la motivazione dell’individuo.

L’attaccamento è un sistema comportamentale che ha una funzione biologica di protezione e di sopravvivenza: il processo di vicinanza con una figura accudente genera sicurezza, motivazione, capacità di costruire sane relazioni, di esplorare l’ambiente e di difendersi in caso di pericolo. Ogni essere umano ha un bisogno innato di attaccamento sicuro, basato su una relazione di empatia, contenimento e prevedibilità.

Gli studi sull’attaccamento hanno permesso di individuare varie tipologie di legame (Ainsworth, 1978) tramite una tecnica sperimentale chiamata Strange Situation per valutare l’interazione madre-bambino:

attaccamento sicuro: il bambino protesta quando la figura di attaccamento si allontana e si calma quando ritorna (la figura di attaccamento ha una interazione attiva e reciproca)

attaccamento insicuro-evitante: il bambino manifesta uno scarso disagio alla separazione, ignora la figura di attaccamento (la f. di attaccamento non è empatica ma rifiutante)

attaccamento insicuro-ambivalente: il bambino manifesta angoscia all’allontanamento ma non si lascia confortare prontamente (la f. di attaccamento è imprevedibile e intrusiva)

attaccamento disorientato-disorganizzato: il bambino presenta comportamenti contraddittori, disorientati, stereotipie, iperallerta (la f. di attaccamento è immersa nel dolore interiore ed è maltrattante).

I pattern di attaccamento si strutturano entro i 18 mesi di vita (si formano in un periodo pre-verbale) e costituiscono la base dei successivi schemi di relazione della persona.

Le forme di attaccamento sicuro sono caratterizzate dalla capacità di genitori e figli di stabilire uno scambio comunicativo soddisfacente, in cui i segnali del bambino vengono “accolti”, percepiti e compresi dalla figura di riferimento che risponde in maniera adeguata. Questo è un processo fondamentale per far si che il bambino sviluppi la capacità di autoregolazione delle proprie emozioni e l’autonomia.

Le emozioni svolgono un ruolo basilare nella nostra vita interna e relazionale. Secondo Siegel (2007), esperienze di sintonizzazione affettiva generano uno stato di unione con l’altro che permette al bambino di sentire di esistere nella mente del genitore: quanto più il bambino si sente sintonizzato emotivamente con l’adulto, tanto più sarà equilibrato e getterà le basi per l’apprendimento e per lo sviluppo cognitivo. Viceversa se il bambino sperimenta difficoltà di sintonizzazione con la figura genitoriale, proverà sentimenti negativi quali distacco, paura, solitudine, confusione e talvolta arrivare a mettere in atto atteggiamenti aggressivi o di ritiro sociale.

Quando la mente dell’adulto è occupata da episodi passati irrisolti, è più facile che il genitori entri in uno “stato della mente inferiore” (Siegel, 2005), caratterizzato dalla disconnessione con le strutture razionali e riflessive (inibizione dell’attività della corteccia prefrontale) e da reazioni incontrollate, impulsive, stereotipate e rigide, mancanza di empatia. Il bambino presenterà di conseguenza, tramite i neuroni specchio, esperienze di paura e confusione, che vanno a incidere sulla sua autostima ed emotività oltre che sulla sua mente, la quale diventerà sempre meno ricettiva ai meccanismi di apprendimento poiché non sviluppa un senso di sé coerente e un funzionamento integrato.

Al contrario, “modalità superiori di elaborazione” permettono attenzione, riflessività, flessibilità cognitiva, senso integrato di autoconsapevolezza.

In sintesi, possiamo concludere questo articolo didendo che l’attaccamento è importante perché influisce sulla capacità di legare insieme l’aspetto cognitivo e quello emotivo e dunque ha una forte influenza sulla qualità dell’integrazione e della coerenza dei processi di conoscenza e decisione (Lazzari, 2007)

Redatto dalla Dott.ssa Francesca Tabellione

Grafica: Dott.ssa Erika D’Antonio

Bibliografia: esame del movimento, approccio psicomotorio neurofunzionale (Elena Simonetta)

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